Nuovi detenuti alla Dozza: i sindacati dicono ‘no’ e avvertono ‘è un errore’

Contenuti dell'articolo
L’ipotesi di trasferimento di un significativo numero di detenuti dai settori minorili ha destato preoccupazione tra i rappresentanti sindacali.

timore per il trasferimento di 70 detenuti

In data 5 febbraio 2025, è circolata l’indiscrezione riguardante un possibile trasferimento di 70 giovani maggiorenni dalla sezione minorile della casa circondariale alla Dozza di Bologna, già con una notevole sovrapposizione di detenuti. Questa voce ha generato allarme tra i sindacati di polizia penitenziaria, i quali hanno sollecitato chiarimenti presso i vertici del Dap e della giustizia minorile.

ristrutturazione degli istituti penitenziari

Secondo le informazioni disponibili, il piano prevede una riorganizzazione della struttura attuale, incluse le seguenti misure:

  • Trasferimento dei detenuti di alta sicurezza in altre carceri;
  • Spostamento di quelli del penale nella sezione del giudiziario;
  • Assegnazione dei giovani adulti del settore minorile al penale.

Queste modifiche sono state descritte dai sindacati come la creazione di una vera e propria “scuola del crimine”, dove la possibilità di rieducazione, tipica degli istituti minorili, risulterebbe compromessa.

dubbi e preoccupazioni dei sindacati

Le organizzazioni sindacali, tra cui Sappe, Sinappe, Cgil, Cisl, Osapp, Uilpa e Uspp, hanno manifestato inizialmente scetticismo riguardo a tali piani, ma la recente visita del Capo della Giustizia Minorile ha alimentato i sospetti sulla veridicità di queste indiscrezioni. Secondo le voci, la deliberazione sarebbe motivata dalla necessità di avviare lavori in alcune strutture minorili, fra cui il Pratello, utilizzando fondi destinati dal Pnrr.

problematiche di gestione e allocazione

Rimane aperta la questione su dove verranno sistemati i minori in caso di confermazione del trasferimento. I sindacati evidenziano diverse problematiche:

  • Ubicazione dei giovani adulti, considerando che la Rocco D’Amato ha attualmente oltre 850 detenuti a fronte di 490 posti disponibili;
  • Organizzazione delle strutture per evitare miscelazioni tra giovani adulti e adulti, tenendo conto dei servizi sanitari, educativi e di supporto psicologico;
  • Gestione della popolazione detenuta da parte di personale non specializzato per la cura dei minori.

Queste preoccupazioni pongono seri interrogativi sulla qualità del percorso rieducativo che verrà offerto a questi giovani, costretti a convivere con reclusi con maggiore esperienza criminale.