Influenza aviaria nell’allevamento di pollame: il recupero del secondo gatto infettato e le implicazioni per la salute animale

Recentemente, un caso di influenza aviaria ha coinvolto un allevamento di pollame nella zona di Valsamoggia, in provincia di Bologna. Il verificarsi di questo evento ha portato al contagio di alcuni gatti presenti nella struttura, sollevando preoccupazioni relative alla salute degli animali coinvolti.

contagio e conseguenze

Circa un mese fa, il virus è stato individuato in un piccolo allevamento di pollame, dove uno dei gatti, a stretto contatto con i volatili, ha contratto l’infezione e purtroppo è deceduto, rappresentando il primo caso in Italia di contagio felino. Un secondo gatto, anch’esso in contatto con il pollame, è stato infettato ma è riuscito a guarire. Il direttore dello Zooprofilattico di Forlì, Giovanni Tosi, ha confermato che il secondo felino presenta ora anticorpi al virus e non è più in cura, essendo tornato nella fattoria.

misure di sicurezza adottate

La piccola struttura dell’allevamento ha subito l’abbattimento di circa venti capi di pollame per contenere l’infezione. Attualmente, la fase di quarantena è ancora in vigore e la riapertura dell’allevamento è posticipata fino al completamento delle misure di sicurezza necessarie. Tosi ha confermato che non sono stati registrati altri casi di influenza aviaria nelle fattorie vicine grazie a un monitoraggio costante e sistematico.

monitoraggio della situazione

Il controllo dell’influenza aviaria è una prassi consolidata in Italia, in particolare nelle regioni a maggiore rischio come Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. La sorveglianza si estende anche alla fauna selvatica, garantendo un monitoraggio accurato per prevenire la diffusione del virus. Attualmente, non ci sono stati casi documentati di contagio verso gli esseri umani.

Ospiti coinvolti nella situazione:
  • Giovanni Tosi – Direttore dello Zooprofilattico di Forlì