Riflettendo sull’Ultimo Giorno: Emozioni e Memorie Indimenticabili

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La tragica scomparsa di Andrea Moneta, uno dei tre giovanissimi carabinieri assassinati il 4 gennaio 1991 al Pilastro, continua a sollevare interrogativi e a far emergere emozioni profonde. La sorella Alessandra esprime la sua fede nella riapertura delle indagini e nel potenziale emersione di nuove verità. Attraverso il suo racconto, emerge un legame profondo tra i due, caratterizzato da ricordi vividi e dal dolore per una vita interrotta.

ricordi di una vita interrotta

Alessandra ricorda con precisione l’ultimo giorno trascorso insieme ad Andrea, durante le vacanze natalizie, sostenendo che il pensiero di lui continui a tornare nella sua mente. Il giorno in cui si salutarono rimane impresso nei suoi ricordi. “Ero a Roma per festeggiare e lui aveva dormito a casa. Lo salutai senza immaginare che sarebbe stata l’ultima volta”, racconta.

Un desiderio inespresso

Prima di quell’occasione, Andrea aveva espresso il desiderio di partecipare ai festeggiamenti di Capodanno. Alessandra, però, decise di non portarlo con sé: “All’epoca lui era molto giovane e io avevo dei dubbi”, afferma. La notte di Capodanno, sorprendentemente, Andrea insisteva per trascorrere la serata con lei, un pensiero che oggi genera un gran senso di rimpianto.

la ferita del ricordo

La voce di Alessandra si spezza quando affronta la questione degli assassini di suo fratello. L’idea della presenza di queste persone, ancora libere e avvolte nel mistero, crea un profondo disagio: “Penso spesso a loro e alla paura che suscitano in me”, confida. Questo dolore si fa ancora più intenso quando si pensa a ciò che Andrea non ha mai potuto vivere.

emozione e mancanza

Anche dopo anni dalla tragedia, il desiderio di sapere e la ricerca di giustizia rimangono vivi. Alessandra riflette su una vita “non vissuta” e su come le relazioni familiari cambino nel tempo, alimentando il suo tormento interiore.