Assegno di Inclusione: Crollo delle Pratiche e Le Gravi Conseguenze per le Famiglie

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rendicontazione delle domande per l’assegno di inclusione

Nell’anno 2024, sono pervenute un totale di 1.101 domande ad Acli per la ricezione dell’assegno di inclusione (Adi), incluse le richieste dalle sedi situate nel territorio di Bologna. Di queste, si riscontra che 498 provengono dal capoluogo, ma i dati relativi al centro storico sollevano preoccupazioni. In particolare, solo 169 richieste (pari a 33,94%) sono state accolte, mentre 258 (ossia 51,81%) sono state respinte, evidenziando un crollo drammatico in confronto alle 27.175 pratiche presentate nel 2023, quando era in vigore il reddito di cittadinanza.

difficoltà nel comprendere le misure di welfare

Chiara Pazzaglia, presidente di Acli Bologna, evidenzia una crescente difficoltà per i cittadini nel comprendere il funzionamento di queste misure di sostegno. Inoltre, Filippo Diaco, presidente del Patronato Acli, sottolinea la diffidenza esistente nei confronti della misura stessa. Simone Zucca, direttore del Caf Acli, rileva che la povertà non ha mostrato segni di riduzione, soprattutto tra le fasce sociali più vulnerabili, le quali, scoraggiate dai requisiti particolarmente restrittivi, rinunciano a presentarne la domanda.

analisi dei requisiti economici

La situazione economica dei richiedenti è preoccupante. Quasi un nucleo familiare su cinque (ovvero 3.142) presenta un ISEE inferiore a 9.360 euro, ossia il criterio necessario per ottenere l’Adi nel 2024, il quale aumenterà a 10.140 euro nel 2025. È particolarmente significativa la presenza di 221 persone che, pur avendo un ISEE compreso tra 9.360 e 10.000 euro, non sono riuscite ad accedere all’assegno.

testimony di una persona in difficoltà

Un esempio emblematico è quello di Arnaldo Baruffaldi, ex vigile del fuoco, che fino al 2023 riceveva la pensione di cittadinanza. Attualmente, non è più in grado di ottenere assistenza per il suo nucleo familiare composto da lui e dal figlio Marco, affetto da sindrome di Down. Baruffaldi esprime una profonda preoccupazione per la propria condizione, affermando: “Noi familiari di persone diversamente abili siamo alla canna del gas. Se la situazione rimane così, mi vedrò costretto a rivolgermi alla Caritas. Anche noi abbiamo diritto a una vita dignitosa”.

persone coinvolte nella questione

  • Chiara Pazzaglia, presidente Acli Bologna
  • Filippo Diaco, presidente Patronato Acli
  • Simone Zucca, direttore CAF Acli
  • Arnaldo Baruffaldi, ex vigile del fuoco
  • Marco Baruffaldi, figlio di Arnaldo