Vicesindaca di Bologna contro la bandiera di Israele: le sue motivazioni anti-sioniste
Bologna ha recentemente fatto notizia per la polemica relativa all’esposizione della bandiera di Israele insieme a quella palestinese e a quella della pace presso la facciata del Comune. Questo gesto, voluto dal sindaco Matteo Lepore, ha suscitato reazioni contrastanti all’interno della giunta comunale, in particolare da parte della vicesindaca Emily Clancy.
posizione della vicesindaca clancy
Emily Clancy, esponente della Coalizione civica, ha manifestato il proprio disaccordo riguardo a questa decisione. Secondo Clancy, l’azione del sindaco era stata precedentemente annunciata nella speranza di un cessate il fuoco, ma il suo partito ha chiaramente espresso il proprio punto di vista contrario all’atteggiamento adottato dal Comune.
critiche all’esposizione della bandiera
La vicesindaca ha ribadito il proprio dissenso nei confronti della visibilità del vessillo israeliano affianco a quelli palestinese e della pace, affermando che tale associazione possa risultare problematica.
contro le accuse di sostegno al sionismo
Clancy ha anche affrontato le controversie legate a uno striscione esposto a Palazzo d’Accursio, il quale accusava il sindaco e la vicesindaca di essere “servi dei sionisti”. Clancy ha sottolineato la gravità di tale definizione, chiarendo che né lei né il sindaco sostengono posizioni sioniste, ma al contrario hanno un impegno chiaro nei confronti del popolo palestinese e per la creazione di condizioni di pace.
auspici di pace e dialogo
La vicesindaca ha espresso l’auspicio che venga rispettata la tregua in atto e che vengano restituiti gli ostaggi israeliani, nonché l’arrivo di aiuti umanitari a Gaza. Inoltre, Clancy ha esortato l’amministrazione a promuovere condizioni di dialogo e a perseguire una vera e propria ricerca della pace.
personaggi coinvolti nella polemica
- Emily Clancy – Vicesindaca di Bologna
- Matteo Lepore – Sindaco di Bologna