Suicidio su TikTok: Il drammatico appello di un padre per la giustizia mancante

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Bologna, 27 gennaio 2025 – A distanza di due anni dalla tragica dipartita di Vincent Plicchi, il giovane tiktoker che si è suicidato in diretta sociale, i responsabili di tale atto sono ancora impuniti. Le parole di Matteo Plicchi, padre della vittima, rivelano una profonda frustrazione: “La giustizia è assente”. Questi commenti sono stati espressi durante un convegno dedicato al cyberbullismo, tenuto presso la Sala Borsa, in collaborazione con il Comune di Bologna, da cui è stata avviata una riflessione particolare sulla sicurezza digitale e il supporto alle vittime.

Attivazione della comunità bolognese

Durante l’evento, Matteo Plicchi ha evidenziato la risposta solidale della comunità bolognese, affermando che “tutti hanno mostrato un’incredibile vicinanza e continua a sostenerci, anche a distanza di due anni”. Questo sostegno si è rivelato essenziale in un periodo così difficile per la famiglia.

Il tema della giustizia

Matteo Plicchi ha posto l’accento su una questione fondamentale: “La giustizia risulta completamente assente. Dopo due anni, i nomi dei responsabili sono noti, ma non si intravvede alcuna azione da parte delle autorità”. Ha ulteriormente aggiunto che “il caso di Vincent è stato archiviato nuovamente e abbiamo presentato opposizione, attualmente in attesa presso il giudice per le indagini preliminari”. Il padre ha lamentato di essere rimasto escluso dagli sviluppi informativi, nonostante le segnalazioni e le confessioni ricevute da alcuni degli autori degli atti di bullismo. “Coloro che hanno commesso i reati sono ancora attivi online”, ha denunciato. Questa situazione potrebbe generare nuovi casi di vittimizzazione.

Richiesta di azioni d’ufficio

Secondo Matteo Plicchi, “l’intervento dello Stato dovrebbe essere automatico”. Ha espresso speranza che venga fatta giustizia. Tra i presenti al convegno c’era anche il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che ha collaborato con la famiglia di Vincent per l’inaugurazione di un murales contro il cyberbullismo all’esterno delle scuole medie Pepoli.

Impatto del digitale sul cyberbullismo

Matteo Lepore ha sottolineato l’importanza di affrontare il fenomeno del cyberbullismo, evidenziando come questi atti nascano dalla volontà di annichilire la persona. “Il digitale amplifica queste dinamiche”, ha dichiarato, sottolineando che tali comportamenti devono essere considerati come crimini di odio e devono risultare soggetti a specifiche misure di repressione. Aggiungendo, il sindaco ha affermato che anche eventuali organizzazioni profittevoli coinvolte devono essere perseguite legalmente.