Proscioglimento degli Attivisti sul Tetto del Comune di Bologna: Cosa Significa per il Futuro dell’Azione Civile

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La recente decisione del Tribunale di Bologna ha portato alla chiusura di una controversa vicenda risalente al 2016, che ha visto coinvolti numerosi attivisti. La questione è emersa a seguito di una protesta messa in atto contro lo sgombero di un immobile occupato in via Irnerio, di proprietà dell’Ausl, ospitante famiglie e bambini.

protesta e occupazione simbolica

Gli attivisti, in segno di protesta, avevano occupato il tetto del Comune di Bologna per sensibilizzare l’amministrazione sul tema. Questa occupazione simbolica ha suscitato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, culminando in un incontro con l’assessore Riccardo Malagoli. Questa mattina, il Collegio dei giudici ha prosciolto i 14 imputati per prescrizione del reato, confermando che non vi erano elementi sufficienti per procedere.

commento legale e reazioni

Il legale degli attivisti, Marina Prosperi, ha espresso soddisfazione per la sentenza, sottolineando che “questa storia poteva essere già chiusa anni fa” e evidenziando l’importanza della protesta. L’udienza è stata seguita anche dall’avvocato Giulia Lonoce, collaboratrice di Prosperi.

imputati e personalità coinvolte

All’interno del gruppo degli imputati vi erano personalità di spicco, tra cui:

  • Marta Collot – Candidata alla carica di governatore dell’Emilia-Romagna con Potere al Popolo
  • Federico Serra – Candidato alla presidenza della Regione con la Sinistra radicale

momenti di tensione e scontri

Durante la protesta, si sono verificati momenti di forte tensione e scontri con le forze dell’ordine, specialmente durante il blitz della polizia nell’immobile occupato. I manifestanti, dopo il raid, si erano rifugiati nella chiesa all’angolo con via Mascarella, chiedendo supporto a Monsignor Zuppi.