Malori al 118: Indagini chiuse, Tacconi accusato di simulazione di reato
Chi è Claudio Tacconi e le accuse a suo carico
Il caso di Claudio Tacconi, ex coordinatore della centrale del 118, ha attirato l’attenzione per le gravi accuse mosse nei suoi confronti. I fatti si riferiscono ad un periodo di circa tre anni e mezzo, dal marzo 2020 al novembre 2023, durante il quale avrebbe messo in atto condotte illecite nei confronti dei suoi colleghi.
Le accuse formalizzate
Con la chiusura delle indagini preliminari, la Procura, rappresentata dalla pm Francesca Rago, ha notificato a Tacconi il termine dell’inchiesta. Le contestazioni consistono in stalking, lesioni e simulazione di reato. Si accusa Tacconi di aver somministrato psicofarmaci miscelati in alimenti e bevande, provocando malori a dieci colleghi e creando un ambiente di lavoro caratterizzato da ansia e sfiducia.
Il clima di lavoro danneggiato
L’operato di Tacconi avrebbe generato un grave disagio tra i membri del suo team, in particolare nel reparto di elisoccorso della centrale. L’accusa sottolinea come le condotte siano state tali da compromettere la serenità lavorativa e la sicurezza del personale.
Dettagli dell’inchiesta
Nell’ambito delle indagini condotte dai carabinieri, Tacconi è stato inizialmente posto agli arresti domiciliari. Attualmente, non è sottoposto a misure restrittive, tranne per un divieto di avvicinamento ai colleghi intossicati. L’ex coordinatore non lavora più per l’Ausl di Bologna.
Simulazione di reato
Claudio Tacconi avrebbe presentato una querela a fine 2023, sostenendo di essere stato a sua volta avvelenato. Questa simulazione di reato è ora contestata dalla Procura, che ritiene non ci siano prove della rapina e che le sue affermazioni siano infondate.
Le sostanze utilizzate e i sintomi
Tra le accusa si evidenziano le sostanze specifiche utilizzate da Tacconi, come la clotiapina, la fenitoina e le benzodiazepine, che avrebbero causato nei colleghi sintomi gravi quali alterazione psicofisica, sonnolenza, tachicardia e disturbi della comunicazione. L’inchiesta punta a dimostrare come Tacconi avrebbe mescolato tali molecole non solo nel caffè, ma anche in altri alimenti e bevande.
Difesa e posizione attuale
Claudio Tacconi ha sempre dichiarato la sua innocenza riguardo alle accuse mosse contro di lui e attualmente attende l’evoluzione della situazione legale.