Daspo contro attivisti No Besta: scontri e violenze, il caso sorprendente degli agenti colpiti

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Recentemente, si è assistito a una nuova applicazione del Daspo in ambito sportivo, un provvedimento che mira a garantire la sicurezza durante gli eventi pubblici. Questo caso ha visto coinvolti tre attivisti che si sono resi protagonisti di violenze durante manifestazioni di protesta a Bologna.

gli eventi del passato

Il provvedimento ha avuto origine dai tafferugli avvenuti a giugno al parco Don Bosco, dove un gruppo di attivisti ha affrontato le forze dell’ordine. Questo scontro ha causato il ferimento di undici agenti del Reparto mobile, portando all’identificazione di circa trenta facinorosi denunciati per atti di violenza.

I manifestanti si opponevano al taglio di alberi necessario per la realizzazione della nuova linea rossa del tram, in un contesto contrassegnato da tensioni legate ai progetti urbanistici della città, incluso il progetto per nuove scuole, successivamente bloccato dal Comune.

l’applicazione del daspo

Questa è la prima volta che a Bologna viene applicato un Daspo considerato “fuori contesto”. Introdotto nel 2019, questo strumento permette di escludere determinati individui da eventi sportivi, anche se i reati commessi non sono direttamente connessi a tali eventi.

i destinatari del provvedimento

I destinatari del nuovo Daspo sono due fratelli già noti, attivisti del CUA e tifosi del Bologna FC, insieme a un altro giovane vicino ad ambienti antagonisti, sostenitore dell’Alessandria. Questi, già in passato oggetto di misure simili, hanno dimostrato un comportamento di sfida verso le autorità.

In aggiunta al Daspo, i fratelli bolognesi sono sottoposti a una misura cautelare che prevede l’obbligo di firma presso il posto di polizia locale durante le partite del Bologna FC.

la reazione dei supporter

In risposta a queste misure, durante la partita Bologna – Verona del 30 dicembre, alcuni sostenitori hanno esposto uno striscione in curva Bulgarelli, che recitava “Daspo fuori contesto – il vostro ennesimo pretesto – diffidati a presto“. Questo gesto ha espresso solidarietà nei confronti dei compagni coinvolti e ha contestato gli atti del questore Antonio Sbordone.

il lavoro della polizia

Nel corso di questi mesi, la Divisione Anticrimine, sotto la direzione di Francesco Costantini, ha svolto un’accurata ricostruzione dei profili dei soggetti colpiti da questi provvedimenti. L’obiettivo è stato quello di garantire un approccio efficace e tempestivo nella gestione della sicurezza pubblica.